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Salvatore Moncada, arriva l’assoluzione e il dissequestro di 6,5 milioni. Ma lui non c’è più

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La notte fra l’8 e il 9 aprile del 2022 non riuscì a dormire. Covava una rabbia e un senso d’impotenza per quello che stava subendo e che riteneva fosse una persecuzione da parte della magistratura e quindi un’ingiustizia. Aveva cercato di spiegare le sue ragioni agli inquirenti, ma senza successo. Così di buon mattina si alzò e andò nell’area di Porto Empedocle dove aveva concentrato una sua attività professionale e la sua passione per il basket. Arrivò nella foresteria dove risiedono gli atleti della Fortitudo-Moncada Basket e si fece consegnare le chiavi per accedere al tetto. Nessuno poteva immaginare cosa avesse intenzione di fare. Lo scoprimmo tutti dopo, quando bloccò l’accesso minacciando di gettarsi nel vuoto. Cosa voleva? Che un magistrato lo ascoltasse. Che sentisse le sue ragioni. Qualcuno girò la richiesta a un rappresentante della Procura, ma senza successo. Moncada era sotto indagine e un magistrato non poteva incontrarlo in quel modo. Nel frattempo le ore passavano e Moncada rimaneva sul tetto sotto il sole cocente. Non stava molto bene, soprattutto col cuore, e quelle ore passate sotto il sole e con quello stress certamente non gli stavano facendo bene.
Per uscire dall’impasse gli venne fatta una proposta: la convocazione istantanea di una conferenza stampa per esporre le sue ragioni se fosse sceso giù. Accetto e così avvenne. Furono fatte diverse telefonate e i colleghi giornalisti accettarono l’invito. Scese e, alle 15 in punto, nella sala stampa della Fortitudo e alla alla presenza dei suoi avvocati, rese note le motivazioni del suo gesto. La rabbia si attenuò, ma le sue condizoni di salute non migliorarono. Alcuni giorni dopo andò a Milano, all’ospedale San Raffaele, per un controllo. Partì con uno dei suoi figli perché la moglie era ricoverata all’ospedale San Raffaele di Bologna per un intervento ortopedico. Non si viderò più da vivi. Il 5 maggio 2022 il cuore di Salvatore Moncada cessò di battere.
Ora la notizia: Il gup del tribunale di Agrigento ha disposto il non luogo a procedere per l’imprenditore Salvatore Moncada e l’assoluzione per il ragioniere Calogero Volpe, 59 anni, dall’accusa di bancarotta preferenziale in concorso. Erano rimasti coinvolti in un’inchiesta scaturita dal fallimento della società “Moncada Solar Equipment s.r.l” di cui erano rispettivamente amministratore e procuratore speciale. L’Inchiesta era stata avviata nel 2019 dopo una segnalazione della Banca d’Italia che riscontrava delle anomale movimentazioni di denaro. Si arrivò ad un maxi sequestro per quasi 6 milioni e mezzo di euro, disposto dal gip del tribunale di Agrigento nel luglio del 2021, somme adesso “scongelate” e restituite alla Moncada Energy Group. Chiare le motivazioni del giudice dell’udienza preliminare: “in ordine alle condotte ascritte, quanto alle condotte poste in essere sino al 31 dicembre 2012, perché il fatto non sussiste e, quanto alle restanti condotte tutte contestate, per intervenuta estinzione del reato per morte del reo” e l’assoluzione per Calogero Volpe “dalle condotte perché, fino al 31 dicembre 2012, il fatto non sussiste e, quanto alle restanti condotte contestate, perché non costituisce reato”.
Per chi volesse seguirla, alleghiamo la conferenza stampa integrale ripresa dall’emittente Tva

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