di GAETANO ARONICA
Il primo dato che va sottolineato è la controtendenza della Città dei Templi rispetto a quello che succede in altre parti d’Italia, dove i teatri chiudono così come le gallerie d’arte, i cinema. Ad Agrigento, invece, apre un nuovo Teatro, una nuova galleria di spazi, nel cuore della Valle, per dare continuità alle numerose attività estive e rilanciare la proposta con una nuova idea di spettacolo dal vivo, diversificato in una serie di eventi che abbracciano tutte le arti.
Quando il Direttore del Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi, l’Architetto
Roberto Sciarratta, che ringrazio sentitamente, mi ha parlato del suo progetto, ho ritenuto di dover puntare in alto, non solo per il prestigio della carica da lui assegnatami, ma anche per la grande possibilità che mi è stata data, di potermi mettere al servizio della mia città e del mio territorio in un momento delicatissimo ma anche carico di entusiasmo per l’imminente 2025, anno in cui Agrigento diventerà Capitale Italiana della Cultura. Anche noi attori abbiamo i nostri campionati, come nello sport e quest’anno il torneo si è chiuso con un unico vincitore, l’attore Fabrizio Gifuni che, con la sua interpretazione di Aldo Moro nella trilogia per Rai 1 e per il Cinema, “ESTERNO NOTTE”, con la regia di Marco Bellocchio, ha vinto sia il DAVID DI DONATELLO che il NASTRO D’ARGENTO, i due premi più prestigiosi in assoluto, come miglior attore protagonista.
Perché non dare ad Agrigento il meglio, perché non provarci, almeno? Ho trovato pieno appoggio nel Direttore del Parco, nella volontà di aprire la stagione di prosa con un personaggio così importante e a un tempo forse, meno facile di altri, più nazional popolari, ma in grado di dare impronta immediata del tipo di strategia culturale che si intende perseguire. Questo non vuol dire fare un teatro “difficile”, significa, al contrario, manifestare grande ammirazione per il pubblico agrigentino (e non solo), grande stima, nella convinzione che la nostra città e il nostro territorio sentano l’esigenza di una proposta culturale profonda e di altissima qualità, che trasmetta “un’idea del fare teatro, fare cultura, fare arte”con una strategia prospettica. Questa proposta è indirizzata a tutti, ma in particolare alle nuove generazioni, con personaggi e volti nuovi, che rappresentino un’idea diversa di teatro, molti dei quali, mai venuti in Sicilia e ad Agrigento. Insomma, il Teatro, ma all’interno di un progetto che sia di più ampio respiro e coinvolga per quanto possibile, tutti i campi delle attività umane, che sia fonte di dibattito, di crescita e di confronto per la Comunità. Un teatro vivo che non nasca e finisca nelle due ore di spettacolo ma sia un traino per il fermento culturale e una possibile rinascita. Fabrizio Gifuni, famosissimo per essere stato uno dei protagonisti della “Meglio Gioventù”, non ha mai recitato ad Agrigento. E viene, per la prima volta, in esclusiva, per una sola serata, al PALACONGRESSI, così come il duo Pasotti/Gassman. Eppure Fabrizio Gifuni è un grande attore che inoltre ha origini nella provincia agrigentina, come ci racconterà lui stesso. Neanche Giorgio Pasotti e Alessio Vassallo hanno mai recitato ad Agrigento, e di Alessandro Gassman ricordiamo una meravigliosa ma lontana regia di uno degli spettacoli più belli, visti ad Agrigento: “QUALCUNO VOLO’ SUL NIDO DEL CUCULO”. Ma è chiaro che la novità non sta solo nei volti più giovani del cinema e del teatro, sta nelle idee e nel rapporto che si vuole instaurare con il pubblico. I giovani devono sapere a che punto della storia si trovino, quali i precedenti, i trionfi, i traumi della società di cui fanno parte, anche per avere gli strumenti per prenderne coscienza e ove possibile modificarla, migliorarla; in una parola, i giovani e non solo, hanno bisogno di Cultura. “La mafia sarà sconfitta nelle scuole, da un esercito di maestre elementari” diceva il grande Gesualdo Bufalino. E noi siamo d’accordo. Per questo cercheremo un rapporto con altre istituzioni, scuole, università, associazioni, biblioteche, enti culturali etc. Il delitto Moro, insieme a quello di Paolo Borsellino, con il quale presenta diverse analogie, è la ferita inferta non ad un uomo solo ma allo Stato italiano. Cosa sarebbe stata l’Italia se Moro fosse sopravvissuto alla prigionia? Sarebbe andato con i socialisti? Sarebbe rimasto nel partito al quale aveva dedicato tutta la vita e che, nonostante questo, lo aveva abbandonato al martirio? Non lo sapremo mai, ma sicuramente sarebbe stata un’Italia diversa. Sarebbe cambiato tutto perché i giorni della sua prigionia sono stati anche i giorni dell’agonia di un Paese intero, del partito politico nel quale questo nostro Paese si identificava, al punto da dire, parafrasando Sciascia, che non possiamo, in fondo, non dirci tutti democristiani. E lì che comincia a morire la prima repubblica. Il teatro, pur non dimenticando la sua funzione spettacolare di intrattenimento, il teatro pubblico, può e deve assolvere a questa delicata funzione. Chiaro che la varietà delle scelte avrà un occhio di riguardo anche per i giovanissimi e per i più piccoli, insieme alle loro famiglie. A questo proposito, il 19 Marzo avremo il piacere di sognare insieme a PETER PAN, CAPITAN UNCINO e a tutti gli altri personaggi dell’opera con le musiche di Edoardo Bennato, Giò Di Tonno e Leonardo Cecchi, splendidi protagonisti.E’ singolare che James Mattew Barrie, l’autore, sia un contemporaneo di Frank Kafka e che tutti e due abbiano scritto di uomini e di animali, di universi fantastici, negli anni tormentati fra le due guerre. Abbiamo scelto altri due volti molto cari alle nuove generazioni, Giorgio Pasotti e Alessandro Gassman, attore e regista di RACCONTI DISUMANI,dai racconti di Kafka, in scena l’8 Febbraio. Uno spettacolo mozzafiato del Teatro Stabile dell’Aquila, un thriller in
cui l’uomo non riesce più a tracciare i confini tra umanità e bestialità, spesso con un’inversione di valori che genera il caos. E infine, a proposito di Caos, facciamo un ritorno a casa nostra. Dopo avere spaziato nella letteratura e nella storia recenti, dai grandi conflitti mondiali al Caso Moro, con lo spettacolo sopra citato “CON IL VOSTRO IRRIDENTE SILENZIO”, in scena il 31 Gennaio di e con Fabrizio Gifuni, sugli ultimi giorni di prigionia del grande statista, attraverso le lettere e il suo Memoriale, in chiusura di stagione apriremo una pagina di “colta” leggerezza, alla maniera di Andrea Camilleri, con la messa in scena del suo romanzo più amato, di chiara radice pirandelliana:
“LA CONCESSIONE DEL TELEFONO”, che andrà in scena il 12 Aprile con protagonista uno
degli attori più amati dalle nuove generazioni, Alessio Vassallo, il simpaticissimo Mimì Augello del “GiovaneMontalbano”. La proposta poi, si fa più personalizzata, nel caso degli altri tre Spettacoli/Eventi, il già citato recital di Valentina Persia in apertura di stagione e i due “One Man Show” con dei personaggi davvero singolari, familiari al grande pubblico e diversissimi tra loro: Teo Mammuccari il 3 Marzo ed Andrea Scanzi il 4 Aprile. C’è grande curiosità per questi spettacoli.
Teo Mammuccari ha dimostrato nelle ultime, frequenti apparizioni televisive, una simpatia, una leggerezza e anche una umanità persino inaspettate. In “SARA’CAPITATO ANCHE A VOI”, il celebre incipit di “Zum Zum Zum Zum” il comico si mette a nudo, intrecciando momenti della sua vita con le esperienze in TV, con effetti esilaranti. Andrea Scanzi, rende omaggio a Franco Battiato con il suo “E TI VENGO A CERCARE”. Questo spettacolo sta riscuotendo enorme successo un po’dappertutto, Scanzi è polemista sottile, amatissimo e temutissimo, in ogni caso una voce che vale la pena ascoltare, attenta all’attualità,ai fenomeni di costume, alle contraddizioni dei politici, mai banale, spesso sorprendente.
Come vedete, il cartellone del PALACONGRESSI presenta vari momenti di novità, lancia una
proposta diretta a un pubblico giovane e meno giovane, con spettacoli di attualità, eventi comici, musicali, prosa raffinata e cabaret d’autore, cinema, musica. E lo fa con un’idea di spettacolo che sappia affascinare un nuovo pubblico e confermi il rapporto di fiducia con quello già presente, attraverso la ricerca di nuovi linguaggi che sappiano intercettare i desideri e le aspettative di una città che vuole diventare a pieno titolo Capitale Italiana della Cultura.