Se a Napoli si celebra il miracolo del sangue liquefatto di San Gennaro, ad Agrigento nella Valle dei Templi tra gennaio e febbraio si rinnova il fenomeno naturale della fioritura precoce del mandorlo. Le distese tra i templi greci si imbiancano, quasi come se fossero fiocchi di neve. E il fiore annuncia e testimonia l’avvento della primavera, altrettanto precoce, dove altrove è ancora inverno grigio e freddo. Ecco perchè dal rito dei contadini che festeggiavano la fioritura del mandorlo e l’inizio della stagione propizia per l’agricoltura, è nata la Sagra del mandorlo in fiore, evento internazionale che da decenni caratterizza l’attuale periodo ad Agrigento.
A raccontarlo parrebbe incredibile, ma le immagini testimoniano quanto di insolito e stupefacente avviene nella più bella città dei mortali, come la definì Pindaro, e dove ogni anno, come testimoniato dallo stacco dei biglietti di accesso alla Valle dei Templi, affluiscono un milione di turisti da ogni parte del mondo. I boccioli dei mandorli fioriscono in un’esplosione di bianco e rosa chiaro, intorno alla prescelta Capitale italiana della Cultura 2025, sollevando ottimismo ed entusiasmo verso l’atteso evento.
I fiori sui rami sono un inno alla vita, ai piedi del tempio della Concordia, assurto a simbolo della pace tra i popoli. Non a caso, infatti, durante la Sagra del mandorlo in fiore, l’appuntamento più di rilievo è l’accensione del tripode dell’amicizia, innanzi al tempio, dove le fiaccole dei gruppi folk dei cinque continenti si fondono in un solo braciere, tra i mandorli in fiore.