I quattro di Palma di Montechiaro giunti il pomeriggio di venerdì scorso ad Agrigento, al Villaggio Mosè, alla concessionaria d’automobili di Lillo Zambuto, avrebbero dovuto discutere della vendita di un’automobile che gli sarebbe stata pagata con assegni scoperti firmati dallo stesso Zambuto. Il confronto è degenerato in colluttazione. E un colpo di pistola ha ferito gravemente all’addome Roberto Di Falco, 38 anni, morto poi in ospedale. I tre palmesi sono stati trasferiti in carcere, al “Di Lorenzo”, in attesa dell’udienza di convalida del fermo imposto dal pubblico ministero, Gaspare Bentivegna, per il pericolo di fuga e di reiterazione del reato. Si tratta del fratello della vittima – Angelo Di Falco – e di altre due persone – Calogero Zarbo, 41 anni, e Domenico Avanzato, 40 anni.
Ecco come si sono concluse le prime indagini della Squadra Mobile coordinate dal procuratore Giovanni Di Leo. Sono ancora in corso interrogatori, tra testimoni e altri commercianti di automobili gravitanti tra Agrigento e Palma di Montechiaro. Alcuni riscontri sarebbero contenuti nelle registrazioni video delle telecamere di sorveglianza nella zona. La Scientifica, non appena giunta nel piazzale della concessionaria, ha repertato e sequestrato il bossolo dell’unico colpo di pistola esploso. L’arma è ancora un fantasma.