Il blitz è scattato all’alba. I Carabinieri del Comando provinciale di Agrigento hanno lavorato a fianco dei colleghi di Caltanissetta, Palermo, Reggio Calabria, e Nicolosi. E hanno imperversato nell’Agrigentino tra Burgio, Lucca Sicula, Villafranca Sicula, poi Mazzarino in provincia di Caltanissetta, e Marina di Gioiosa Jonica in provincia di Reggio Calabria. Notificate sette misure cautelari firmate dalla Procura antimafia di Palermo e condivise dal Tribunale: quattro indagati ristretti in carcere, due ai domiciliari, e ad un altro è stato imposto l’obbligo di dimora.
Sarebbero parte del mandamento mafioso di “Cosa Nostra” di Lucca Sicula e Ribera. I Carabinieri agrigentini hanno investigato dall’aprile del 2021 al luglio del 2023, a seguito dell’omicidio dell’agricoltore Vincenzo Corvo, 52 anni, ucciso il 3 aprile del 2020 con un colpo di fucile alla gola a Lucca Sicula. E’ un delitto ancora irrisolto. Nel corso delle indagini sono state documentate riunioni mafiose su appalti e servizi pubblici, pressando sulle amministrazioni locali.
A capeggiare le riunioni sarebbe stato Salvatore Imbornone, 64 anni, di Lucca Sicula, presunto reggente del mandamento mafioso di Lucca Sicula e Ribera. In carcere finiscono anche Giovanni Derelitto, 74 anni, di Burgio, ritenuto il capo della locale famiglia; Francesco Caramazza, 51 anni, di Favara; Antonino Perricone, 53 anni, di Villafranca Sicula; Alberto Provenzano, 59 anni, di Burgio; Giuseppe Maurello, 54 anni, di Lucca Sicula. Obbligo di dimora per Gabriele Mirabella, 38 anni, di Lucca Sicula, accusato di favoreggiamento.