DI MASSIMO BRUCATO
Il mondo dell’editoria per quattro giorni, sotto i riflettori a Palermo. Dal 6 al 9 giugno a Villa Filippina, nel cuore della capitale siciliana, i libri, le parole e tante persone impegnate in questo mondo, hanno ricevuto l’abbraccio degli appassionati di tutte le età. La villa manifesta una trascurata bellezza, rivela fascino malgrado l’aspetto un po’ malandato, il poco verde rimasto, alcuni palazzacci che la circondano. Pietre, portici e terrazze ti riscaldano il cuore, e poi ci sono i libri e le persone che li raccontano. Tanti incontri, a tutte le ore, per presentare libri e raccontarne l’anima.
Per quello ci sono una decina di spazi, piccoli e grandi, nei quali puoi scegliere di accedere, occupare una sedia e ascoltare storie, curiosità, vedere facce note e meno note. C’è anche uno speaker corner, un angolo in cui chiunque può leggere i propri testi. Poi ci sono i banchetti degli editori con migliaia di libri esposti e la voglia di raccontarli da parte di chi vi sta dietro. Vado in giro curioso e ascolto con piacere l’attrice Anna Bonaiuto che legge pagine di un libro o le chiacchierate su sante, città, animali. Mi infilo tra i banchetti degli editori e vedo tracce agrigentine. Al banchetto
numero 33 chiacchiera con un visitatore Antonio Liotta, fondatore della casa editrice Medinova, con sede a Favara. Scambio qualche parola con lui, gli chiedo di raccontarmi qualcosa sulle attività editoriali nella provincia di Agrigento. “Credo che esistano solo tre case editrici.” – dice Liotta – “Medinova, la VGS di Agrigento e un’altra, la Aulino, con sede a Sciacca”. Beh, non sono tante e forse ne sentiamo parlare poco perché nella nostra città ci sarebbe bisogno di parlare di più di libri, creare eventi dedicati alla letteratura, anche piccoli, ma pensati, con delle logiche portanti, dei fili conduttori che li sostengano. Chiedo poi a Liotta di spendere qualche parola sulle attività della sua
casa editrice. “Abbiamo raggiunto la quota di 130 libri pubblicati” – mi dice – “e pubblichiamo anche opere di autori dell’area del Mediterraneo, di culture differenti dalla nostra, che parlano di altri territori. E poi abbiamo pubblicato libri fotografici di autori agrigentini. Poi c’è il progetto di ripubblicare Antonio Russello del quale sono stati ritrovati degli inediti, che saranno anch’essi pubblicati”.
Sono contento di questo riparlare di Russello, scrittore nato a Favara nel 1921 e poi trasferitosi in Veneto portandosi dentro la sua terra. Lascio Liotta e continuo il mio giro per la Villa sorseggiando un vino da uve grillo, e non a caso forse, visto che abbiamo parlato di Favara, dove pare il vitigno sia nato. Bello vedere piccoli e grandi muoversi tra gli stand e ascoltare. Certo, ci sono conflitti sonori tra spazi vicini – la Bonaiuto, per un momento, si era fermata nella lettura, giustamente infastidita – ma l’aria che si respira è buona. A sera musica dal palco più grande, ma su quest’aspetto, non voglio dire nulla. I gusti sono gusti.