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Scatta la decima edizione di Sicilia in Bolle

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Casa Diodoros

DI MASSIMO BRUCATO

Al via la decima edizione di Sicilia in Bolle. Fino a lunedì 1 luglio si rincorreranno incontri,
masterclass, cene di gala e degustazioni dedicati ai vini mossi siciliani e ad alcuni ospiti di altre regioni italiane. In campo i sommelier dell’Associazione Italiana Sommelier (AIS) siciliana, e in particolare quelli della delegazione delle province di Agrigento e Caltanissetta. Due i luoghi scelti come sede delle attività: la Casa Diodoros, nel cuore della Valle dei Templi, e il ristorante Madison di Realmonte, con bellissima vista sulla Scala dei Turchi. Struttura, quest’ultima, sin dalla prima edizione legata alla manifestazione. Sul sito di Sicilia in Bolle è possibile informarsi, nel dettaglio,
di tutti gli eventi programmati e scoprire quali saranno le cantine ospiti. Ci saranno parecchie cantine siciliane che mettono in commercio vini mossi, comprese tutte le agrigentine che si muovono anche nel mondo delle bollicine. Ho fatto una piccola chiacchierata col presidente dell’AIS Sicilia, l’agrigentino Francesco Baldacchino (nella foto). Per prima cosa ho chiesto notizie sulle novità di questa edizione. “L’assoluta novità” mi dice Baldacchino “sarà il concorso sulle bollicine siciliane, soprattutto per il modo in cui sarà articolato. Saranno all’opera tre panel di degustazione, uno composto da sommelier, uno da ristoratori e un terzo da giornalisti. E ci saranno premi finali.
Poi voglio ricordare un appuntamento, al secondo anno di vita: il mixology contest, dedicato a cocktail a base di spumanti siciliani”. Un’altra cosa che mi viene da chiedere al presidente regionale AIS è si si pensa a novità per la prossima edizione o addirittura a decisi cambiamenti. “I mesi futuri saranno tempi di bilanci e certamente c’è l’idea di cambiare qualcosa, ma è prematuro parlarne adesso”. Con Baldacchino chiacchieriamo ancora sulle storiche produzioni di bollicine siciliane, sulla presenza delle aziende della nostra provincia, sulla nascita di Sicilia in Bolle, stimolata anche all’infelice battuta di un sommelier del centro Italia che riteneva dovesse essere vietato far produrre bollicine da Roma in giù.

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