Franco Miccichè

Breve analisi sull’azzeramento della giunta da parte del sindaco di Agrigento Franco Miccichè. Partiamo dalle anticipazioni (o minacce) che il primo cittadino esterna da mesi. Sicuramente avevano lo scopo di “sensibilizzare” i partner politici a sostenere meglio l’amministrazione Miccichè. Ma le cose, evidentemente, non sono andate come Miccichè sperava. A fare traboccare il vaso è stata certamente la bocciatura in Consiglio Comunale del piano triennale delle opere pubbliche. Un ostacolo all’approvazione del Bilancio e soprattutto alla possibilità di stornare i fondi alla fondazione di Agrigento Capitale della cultura. A questo punto tensione alle stelle e azzeramento della giunta “con un whatsapp” agli assessori licenziati. Tutti a casa, quindi? macché… Miccichè a denti stretti anticipa ai suoi amici che la maggior parte di questi torneranno in giunta. Magari con un rimescolamento delle deleghe. Ci dovrebbero essere “solo” due o tre innesti di rappresentanti di partiti che in Consiglio Comunale remano contro. Ma questi, a prescindere se sono d’accordo e quindi se accettano, al posto di chi dovrebbero entrare? Aurelio Trupia è vicinissimo allo stesso sindaco mentre Gerlando Principato è vicino al presidente di Aica Settimio Cantone. Patrizia Lisci è un funzionario del Comune e da assessore ha contribuito alla soluzione di alcuni problemi di Bilancio. Bisognerebbe quindi guardare anche a qualche assessore “politico” e questo potrebbe alterare gli attuali equilibri. Ad esempio difficilmente alcuni partiti accetterebbero di avere in giunta altri partiti, come ad esempio, i rappresentanti della nuova Dc di Totò Cuffaro. La situazione, quindi, è tutt’altro che facile e si ha la sensazione che Franco Micciché abbia preso la decisione d’impeto e senza una valutazione politica. Tra l’altro la notizia dell’azzeramento della giunta è già arrivata a Roma e Palermo e non sta certamente facendo bene all’immagine di Agrigento Capitale della Cultura. Franco Miccichè sembra essersi infilato in un “cul de sac” dal quale è molto difficile uscire se non facendo dei grossi passi indietro e danneggiando, ancora di più, la sua immagine e quella di Agrigento Capitale della Cultura.