Kinéma

DI MASSIMO BRUCATO

Conclusa la terza edizione di Kinéma, manifestazione dedicata al cinema e ai suoi protagonisti, organizzata e diretta da Leandro Picarella, regista e produttore agrigentino, con il sostegno del parco Archeologico della Valle dei Templi. Tre serate, dal 19 al 21 di agosto, con una bella novità rispetto alle precedenti edizioni: lo svolgimento di una delle serate non nella Valle ma in un luogo iconico della città di Agrigento, Piazza Ravanusella, il vecchio “scaro”. Bella idea anche con tutti gli aspetti negativi connessi: il rumore dei mezzi in transito per via Empedocle, lo schermo fluttuante, il chiacchiericcio delle persone restate in piedi a bere un bicchiere di vino o un cocktail servito dai ragazzi di Scaro Café, partner della manifestazione. Un errore lo commettono gli organizzatori: troppi interventi nel corso del dibattito dedicato al cinema che ha preceduto la proiezione di alcuni cortometraggi. Tempi allungati, gente distratta, qualcuno che andava via. Peccato perché l’inizio della chiacchierata, condotta da Picarella, non era stata per niente male. Soprattutto per gli interventi di Ester Pantano, non nella qualità di attrice ma di gestrice di una sala cinematografica a Catania, e di uno dei gestori di un cinema di qualità a Perugia, Ivan Fringuelli.
La seconda e la terza serata si sono invece svolte al Teatro della Valle dei Templi. E in quel luogo affascinante, col tempio di Giunone come sfondo, tutto è andato bene. A partire dall’intervista pulsante a Maricetta Lombardo, grande e pluripremiata tecnica del suono agrigentina (Garrone, Sollima e Martone tra i registi con cui ha collaborato) condotta dall’attore Corrado Fortuna e da Antonio Barone, del Circolo ARCI John Belushi di Agrigento. Molti i temi affrontati, da quelli espressamente tecnici a quelli artistici, legati alla realizzazione di un film. Con cenni accesi alla vivibilità della città di Agrigento, con particolare riferimento al rapporto tra l’amministrazione, i cittadini e i rifiuti urbani. Poi due proiezioni, ambedue con la firma di Matteo Garrone e il sonoro
della Lombardo. Il primo è un documentario del 1998 , “Oreste Pipolo, fotografo di Matrimoni”, che ha condotto il numeroso pubblico, divertendolo, nel creativo mondo di un fotografo di matrimoni in una Napoli inevitabilmente leggendaria. La seconda proiezione è quella del terzo lungometraggio di Garrone, “Estate romana” del 2000. Una storia di artisti in difficoltà creativa, calati in una torrida estate, che procede quasi a frammenti tra luci accecanti e oscurità incombenti.
Nel teatro si alza un vento fresco che insieme allo stile narrativo di Garrone mettono in difficoltà gli spettatori meno navigati. Un po’ di gente va via. Resta un gruppo di appassionati che dedica un
applauso finale al film. Il sonoro di Maricetta Lombardo non ha ancora la nitidezza che riconosciamo oggi, ma tutto è abbastanza armonico. Era appena agli inizi di una grande carriera.
La terza e ultima serata ci ha fatto conoscere un regista italiano che da tempo vive a New York. Si tratta di Roberto Minervini, che è stato intervistato, grazie a un collegamento on line, da Andrea Inzerillo, direttore artistico del Sicilia Queer Filmfest, e dal produttore Paolo Benzi. Il film di cui si parla è “I dannati” del 2024, film vincitore del premio per la migliore regia nella sezione “Un certain regard” all’ultimo festival di Cannes. Segue la proiezione e il pubblico si trova davanti a una
sorta di western – siamo dentro la guerra civile americana, anni 1861-1865 – con paesaggi montani, bravissimi attori che interpretano un gruppo di soldati nordisti mandati alla ricerca di non si sa cosa.
Neve, paura, aggressori invisibili, una colonna sonora che sostiene bene la narrazione. E’ il racconto del rapporto tra l’uomo e la guerra, con le certezze, i dubbi, il fango, la paura, il freddo, la ricerca di un perché. Ben ripreso, ben montato. Merita un contenuto applauso.
Fine di Kinéma, col pubblico che va via chiacchierando e con una certezza: se non ci fossero occasioni del genere – e restiamo in attesa di Sicilymovie edizione 2024 – certe opere, nella nostra città, non le vedremmo mai.