Scricchiola la maggioranza di centrodestra alla Regione e le crepe si vedono all’ars durante le votazioni a scrutinio segreto, quando gli ordini di scuderia possono essere violati nel segreto dell’urna. Il primo segnale era venuto in occasione del Bilancio. Ma era stato appena percepito e comunque giustificato da interessi dei singoli parlamentari. Il secondo più netto è stato alcuni giorni fa con la bocciatura in aula del ddl chiamato “salva ineleggibili”. Oggi si doveva approvare il Ddl sul ritorno delle Province. Al momento del voto in aula erano presenti 65 deputati, 36 dei quali appartenenti alla maggioranza. All’appello mancavano undici voti per il centrodestra.
Alla prima votazione sull’articolo 1 del ddl, le opposizioni hanno chiesto il voto segreto su un emendamento soppressivo: a quel punto il presidente dell’Ars Galvagno ha messo in votazione il mantenimento dell’articolo e il risultato è stato di 40 voti contrari e 25 favorevoli invece dei 36 previsti. L’articolo 1 conteneva alcuni principi cardine della riforma che avrebbe riportato in vita le Province: tra questi l’elezione diretta dei presidenti e dei consiglieri provinciali. Il no all’articolo, di fatto, affossa la riforma. Subito dopo il voto il governatore Schifani ha lasciato palazzo dei Normanni. Nella stanza del governo si sono riuniti Galvagno, il vice presidente della Regione con delega ai rapporti con l’Assemblea Luca Sammartino e il coordinatore siciliano di Forza Italia Marcello Caruso per un’esame della situazione politica regionale.