I problemi legati alla crisi idrica delle ultime settimane e la strada da seguire per alleviare i disagi della popolazione sono stati al centro della riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica svoltasi stamattina in Prefettura. Il prefetto Filippo Romano dopo aver fatto il punto sulla sitazione, ha dato delle indicazioni.
Alle forze di polizia è stato raccomandato di vigilare sugli sprechi. Perché – è stato detto – ci sono ancora delle porzioni di provincia dove l’acqua potabile viene utilizzata per usi improprio, compreso irrigare giardini o praticelli. Per Agrigento è stata tracciata la strada da percorrere per garantire – soprattutto in centro storico – una turnazione adeguata. Su Favara si è arrivati a un accordo in merito al rifornimento del carcere “Di Lorenzo”, mentre per la zona di Bivona e Ribera è stata ottenuta la rassicurazione sull’imminente firma della convenzione fra servizio dighe ed Enel.
Nella ricerca delle fonti, sono stati individuati pozzi accessibili solo con autobotti. Complicata la situazione del centro storico di Agrigento. Vi sono zone dov’è impossibile collocare serbatoi aggiuntivi e dove non è possibile arrivare neanche con le autobotti. Il Comune comunque si sta attrezzando per assicurare un servizio di prelievo dell’acqua di pozzi che sono stati individuati o ceduti spontaneamente, come quello dell’ex assessore comunale Francesco Picarella, e dove l’acqua può essere attinta solo con le autobotti, che poi possono portarla nei luoghi più difficili da raggiungere e dove la fornitura idrica è insufficiente.
Si tratta di fonti che non sono vicine alla rete idrica o fonti che hanno la possibilità di essere utilizzati per scopi non potabili, quindi sì igienico-sanitari, ma non potabili. E in questi casi non si può immettere il prezioso liquido nella rete idrica urbana.